Ipertensione sistolica isolata: controllo intensivo dei valori migliora gli esiti

Il controllo intensivo della pressione arteriosa previene gli eventi cardiovascolari in maniera efficace e sicura nei pazienti con ipertensione sistolica isolata, secondo uno studio pubblicato su Lancet Regional Health – Western Pacific.

“L’ipertensione sistolica isolata (ISH) ha una prognosi relativamente sfavorevole. Tuttavia, non esiste ancora alcuna prova diretta che dimostri i benefici del controllo intensivo della pressione arteriosa (PA) pazienti con questo problema” afferma Chang Wang, del First Hospital of China Medical University, Shenyang, Liaoning, Cina, che ha guidato il gruppo di lavoro.

I ricercatori hanno valutato il controllo intensivo della pressione arteriosa con l’obiettivo di <130/80 mmHg nell’ISH tramite un’analisi post hoc di pazienti partecipanti al China Rural Hypertension Control Project (CRHCP). L’ipertensione sistolica isolata è stata definita come pressione arteriosa sistolica (SBP) ≥ 140 mmHg e pressione arteriosa diastolica (DBP) < 90 mmHg. L’esito primario dello studio era la malattia cardiovascolare (CVD), che includeva ictus, infarto miocardico, insufficienza cardiaca e morte per cause cardiovascolari.

Nello studio 7.981 pazienti sono stati randomizzati al gruppo di intervento con terapia intensiva e 8.005 al gruppo di terapia abituale. Il follow-up mediano è stato di 3,02 anni. La pressione sistolica/diastolica media alla fine di 36 mesi di follow-up era pari a 126,5/71,2 mmHg nel gruppo di controllo della pressione intensiva e a 148,1/78,6 mmHg nel gruppo di terapia abituale. Il gruppo di intervento ha presentato un tasso sostanzialmente inferiore di CVD composito rispetto al gruppo di cura abituale, in particolare per l’ictus, l’insufficienza cardiaca e la morte per cause cardiovascolari. L’esito composito primario è stato ridotto del 36% nel gruppo di intervento rispetto al gruppo di cura abituale. Un’ulteriore analisi delle interazioni ha rivelato che la riduzione dell’esito primario mediante l’intervento era coerente tra i sottogruppi per sesso, età, livello di istruzione, storia di malattia cardiovascolare, uso di farmaci antipertensivi e pressione diastolica al basale. L’incidenza di ipotensione sintomatica, cadute traumatiche da sincope ed esiti renali non differiva significativamente tra i due gruppi, anche se l’ipotensione risultava aumentata nel gruppo di intervento.

Lancet Reg Health West Pac. 2024 Jun 28:48:101127. doi: 10.1016/j.lanwpc.2024.101127. eCollection 2024 Jul.

Post correlati

Lascia un commento



SICS Srl | Partita IVA: 07639150965

Sede legale: Via Giacomo Peroni, 400 - 00131 Roma
Sede operativa: Via della Stelletta, 23 - 00186 Roma

Popular Science Italia © 2024